L'acufene, disturbo uditivo caratterizzato dalla percezione di suoni senza una sorgente esterna, è spesso associato a disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Recenti studi indicano che un’alterazione funzionale di questa articolazione, coinvolta in complessi movimenti mandibolari e strutturalmente connessa alle aree uditive, può influenzare l’insorgenza dell'acufene.
L’ATM è composta da strutture articolari, legamentose e muscolari che cooperano per consentire il movimento della mandibola. Tra i componenti rilevanti per la connessione con l’apparato uditivo vi è il legamento di Pinto, una formazione che stabilisce un collegamento diretto tra il condilo mandibolare e il martello (uno degli ossicini dell'orecchio medio). Questo legamento è essenziale per comprendere la correlazione tra acufene e DTM: quando il legamento di Pinto subisce tensioni o compressioni, le vibrazioni possono irradiarsi verso l’orecchio medio, generando o esacerbando il sintomo dell'acufene.
Le DTM (Disfunzioni) possono derivare da vari fattori:
Questi fattori portano spesso a tensioni muscolari croniche e disallineamenti dell’ATM, influendo negativamente anche sulla struttura legamentosa e sui muscoli masticatori.
Le Disfunzioni dell’ATM coinvolgono tra il 5% e il 12% della popolazione generale, con picchi nelle donne tra 20 e 40 anni e circa il 30-40% dei pazienti con DTM riferisce anche acufene, con prevalenza maggiore nei soggetti affetti da bruxismo.
È riportato che dal 30% al 60% dei pazienti con DTM soffra di acufene, sintomo più frequente nei soggetti con bruxismo o con tensione muscolare cronica.
Studi recenti suggeriscono diverse ipotesi su come le DTM possano influenzare l'acufene.
Il nervo auricolo-temporale ha un decorso che lo porta a stretto contatto con l’ATM, fornendo innervazione sensoriale alla regione temporale e auricolare. A causa di questa stretta vicinanza, una disfunzione dell’ATM può causare compressioni o irritazioni di questo nervo, generando sintomi che si irradiano verso l’orecchio e possono manifestarsi come acufene, dolore temporale o sensazione di pressione.
Il legamento di Pinto, che connette il condilo mandibolare al martello dell'orecchio medio, rappresenta un'altra struttura chiave che lega direttamente l’ATM con l’apparato uditivo. Questa associazione è spiegabile già a livello embriologico. La mandibola e le sue strutture si sviluppano in sinergia, cioè assieme. Tensioni e disallineamenti a carico dell’ATM possono tradursi in trazioni o compressioni su questo legamento, influenzando indirettamente i meccanismi uditivi e amplificando i sintomi dell’acufene.
Alterazioni strutturali e compressioni del legamento possono trasmettere tensioni al martello dell'orecchio medio, influenzando i processi uditivi.
L’acufene legato alle DTM è spesso causato da un’interferenza nelle vie di comunicazione nervosa e strutturale. Oltre alla compressione del nervo auricolo-temporale, le tensioni a livello della muscolatura masticatoria e i microtraumi ad esempio indotti dalla dislocazione del disco in direzione mediale, possono stimolare eccessivamente i recettori del dolore, amplificando la percezione uditiva del paziente.
A questo punto pare chiaro come la connessione sia profonda e che una disfunzione dell’ATM – articolazione temporo-mandibolare – può essere causa di una tensione eccessiva sul martello, creando così i fastidiosi e invalidanti rumori dell’acufene.
Il nervo trigemino (di cui il nervo auricolo-temporale è un ramo) è coinvolto nella modulazione del dolore e della sensibilità facciale. La sua stimolazione anomala può attivare percorsi nervosi che alterano l’attività dei nuclei cocleari e vestibolari, strutture fondamentali per il processamento uditivo, contribuendo così all’acufene nei pazienti con disfunzioni mandibolari.
L’acufene quindi, potrebbe essere una conseguenza di un disturbo mandibolare e dell’articolazione tra cranio e mandibola soprattutto se, durante la valutazione specialistica con lo Gnatologo, si riscontrino anche altre problematiche.
Le più frequenti sono:
L’approccio diagnostico delle DTM richiede un esame approfondito che oggi beneficia di nuove tecnologie.
Anamnesi e visita specialistica, esame clinico della muscolatura, articolazione e denti (malocclusione).
Imaging Avanzato (MRI e CBCT): L’uso della risonanza magnetica ad alta risoluzione e della tomografia computerizzata cone-beam consente una visualizzazione dettagliata dell’ATM e delle strutture ossee e legamentose correlate, permettendo di identificare anomalie anche minime nel legamento di Pinto.
La Kinesiografia serve a tracciare il percorso di apertura e chiusura della mandibola e conseguentemente valutare i percorsi fisiologici e patologici che descrivono la cinetica articolare.
La Elettromiografia di superficie permette di monitorare l’attività dei muscoli masticatori e temporali, e di identificare disfunzioni che potrebbero essere causa di tensioni anomale.
Inoltre un esame audiometrico per valutare quali frequenze sono state coinvolte nell’acufene.
DISTRATTORE MANDIBOLARE TIPO MAXIM. Studi recenti indicano che una apparecchiatura distraente, poiché riduce la pressione intrarticolare e progettatto in base alla scansione occlusale 3D, riduce le sollecitazioni sull’ATM e migliora la postura mandibolare, portando miglioramenti significativi anche sull’acufene. Questo tipo di distrattore differisce completamente da quelli prodotti normalmente dai Tecnici perché è un dispositivo inventato e progettato dal Dr Bennici che somministra la forza in modo leggero e costante, effetto continuo su ATM.
Ció ha una forte motivazione anatomica, infatti, la capsula articolare si estende medialmente fino al foro spinoso (ingresso della arteria meningea media) e il foro Ovale (fuoriuscita della 3a branca del trigemino con N. Auricolo Temporale) e tutti i sintomi ad esso collegati risentono l’influenza positiva della distrazione.
Essendo le DTM un problema di tipo ortopedico la Terapia Muscolare (Terapia Miofunzionale e Fisioterapia) è efficace per rilassare i muscoli mandibolari, ridurre le contrazioni involontarie e allineare meglio l’ATM.
(Vd Articolo Fisioterapia ATM) www.bizetadentalcenter.it/blog/fisioterapia-atm.html
Farmaci Antinfiammatori e Miorilassanti risultano utili nei casi di dolore acuto riducendo la tensione muscolare e le infiammazioni nell’area mandibolare.
Inoltre essendoci anche un interessamento dell’ASSE II, risulta altrettanto fondamentale la gestione degli effetti dell’ansia e stress con biofeedback con app su Smartphone tipo BruxApp. che i nostri pazienti conoscono molto bene. www.bruxapp.info
Recentemente l’uso del Botulino ha rappresentato una marcia in piú nella gestione muscolare del surplus di forza nei Muscoli Masseteri e M. Temporali nel Bruxismo. www.bizetadentalcenter.it/blog/gnatobotologia.html
Ancora come terapia abbiamo a disposizione la Terapia Laser di Bassa Intensità che é efficace nella riduzione del dolore articolare e muscolare, il laser favorisce la rigenerazione tissutale e migliora la circolazione nell’area trattata.
L’Agopuntura risulta un approccio innovativo utilizzati per il controllo dell'acufene e delle tensioni mandibolari; l’agopuntura mirata ai punti gnatologici e auricolari aiuta a bilanciare il sistema muscolare e nervoso.
Le innovazioni in ambito diagnostico e terapeutico, come l’imaging avanzato e le terapie farmacologiche, hanno portato a un miglioramento nella gestione delle DTM e dei sintomi uditivi correlati. Queste tecniche ci consentono, al BIZETA DENTAL CENTER, di identificare meglio le cause alla base dei sintomi e di trattare efficacemente pazienti che presentano acufene associato a disfunzioni mandibolari, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti.
A Cura del DR ORAZIO M. BENNICI
Denominazione Sociale: Bizeta Dent S.R.L.
Sede Legale: Via Giacomo Puccini, 30, 95131 Catania (CT)
Codice Fiscale e Partita IVA: 05963200877
Numero di Iscrizione al Registro delle Imprese: CT - 451829
Numero REA: 451829